In una regione ricca di aree protette come l'Abruzzo, questa riserva ha la peculiarità di essere l'unica marina.
La Riserva naturale è nata nel 1998 per tutelare 285 ettari di litorale roccioso tra Vasto e la foce del Sinello. Il paesaggio è piuttosto articolato con tratti pianeggianti tagliati da falesie in prossimità della linea di costa, pendii che scendono al mare interrotti dal promontorio di punta Aderci, sistemi dunali -ormai rari in Abruzzo-, zone umide come il “laghetto” di Motta Grossa e la piana alluvionale del Sinello. Lungo le spiagge sabbiose attorno a Punta Penne e a Punta Aderci, sulla spiaggia Libertini e sulla rocciosa Motta Grossa crescono comunità di piante resistenti al salmastro, al calore e al vento secondo una sequenza che, dalla battigia verso l’interno, vede insediarsi prima piante pioniere –come il ravastrello- poi specie della duna mobile –come la gramigna delle spiagge- e infine quelle della duna fissa fino alla comparsa delle piante arbustive e della macchia mediterranea. Fra i cordoni dunali l’acqua, grazie anche alla presenza di argille, ristagna favorendo lo stabilirsi di fasce di canneto. Le dune e l’ambiente fluviale si prestano bene all’osservazione naturalistica e al birdwatching. Qui svernano e sostano molte specie di uccelli come aironi, svassi, sterne, cormorani, il falco di palude e il fratino (simbolo della Riserva) . All’interno, verso i pianori coltivati, troviamo la cappellaccia, l’averla capirossa, il luì piccolo e rapaci come l’albanella minore, il pecchiaiolo e il gheppio.
Vasto è l'antica Histonium della Roma antica, di cui rimangono antichi resti, molti in fase di scavo, nel centro storico. La leggenda narra che Diomede, Re d'Etolia, guida degli Illari, dopo l'assedio di Troia, si esiliò volontariamente dalla sua Patria e sbarcò con le sue genti nell'Italia Meridionale dove fondarono diverse città tra cui Histon (scelse questo nome perché gli ricordava il monte Histone di Corfù). Secondo le tesi storiche i primi insediamenti risalgono a diversi secoli prima della venuta di Cristo.- 1184 a.C. (10 anni dopo la fine della guerra di Troia).[citazione necessaria] Verso il V secolo a.c. vi si insediarono i Frentani, antica popolazione italica di origine sannitica dedita al commercio della lana. Histon in seguito alla guerra sociale del I secolo a.c. (91-88 a C.) divenne Histonium (deriva dal dal greco iston che vuol dire tela di lana) e fu elevato a municipio romano (potendo oggi vantare sul proprio stemma la dicitura VASTUM OLIM HISTONIUM ROMANUM MUNICIPIUM) e durante l’età imperiale acquisì importanza e prestigio. Oggi giorno la città presenta ancora l'antica struttura romana, a trama viaria ortogonale nella parte nord, apparendo infatti evidente il Decumano massimo e il cardine principale inglobate dalla cinta muraria medioevale di cui resta la porta (santa Maria) ed un torrione cilindrico (di Bassano). La città romana vantava il campidoglio, le terme e numerosi templi e ville augustee oltre ad un anfiteatro (celato sotto piazza Rossetti). La frana del 1956 ha cancellato le numerose tracce di antichità esistenti nella parte orientale. Nel tardo impero cominciò il declino durante il quale venne continuamente esposta a dominazioni e saccheggi, dapprima dai longobardi con Teodorico il quale lo fece aggregare al ducato di Benevento come gastaldato, e poi nell'802 venne distrutta dai franchi di Pipino il Breve, guidati da Guasto d’Aimone duca di Dordona. Una parte del terreno venne poi assegnata in premio allo stesso Guasto d’Aimone, il quale rapito dall’incantevole luogo decise di fondare sulle rovine di Histonium una città che prese il suo nome. Un’altra parte venne data a un Gisone (da cui Guasto Gisone). Fu coinvolto in un fiume turbinoso di vicende di guerre e passò sotto vari
feudatari, dal secolo IX al secolo XIV: splendore e decadenza si
avvicendarono con un ritmo sconcertante. Tra il X e il XII secolo venne
devastato dai Saraceni e dagli Ungari fino a quando la città divenne
possedimento dell’Abbazia di San Giovanni in Venere dal 1041 al 1271.
La città venne saccheggiata anche dai Crociati nel 1194 e dai Veneziani
nel 1240. Nel 1177 Papa Alessandro III rimase a Vasto, costretto da una tempesta, per un mese (dal 7 Febbraio al 9 Marzo) fino al giorno delle Ceneri. In riconoscenza all'ospitalità offerta il 12 dicembre dello stesso anno Papa Pio VI concesse alla città l'indulgenza plenaria in forma di Giubileo che si celebra tutt'oggi la terza domenica di gennaio di ogni anno presso la chiesa di Sant'Antonio da Padova dal 1956 (anno in cui ci fu la frana che interessò la chiesa di San Pietro ove fino ad allora veniva celebrato il "Beneficium"). Nel 1385 vennero fuse Guasto d’Aimone e Guasto Gisone per disposizione di Carlo III di Durazzo. Si impadronirono del Vasto dapprima i Caldora (a cui si devono: il castello caldoresco, la torre di Bassano, la torre Diomede de Moro e la Torre di Santo Spirito), poi i Guevara e poi i D’Avalos. Il feudo poi passò nuovamente nelle mani dei Caldora, dei Guevara per poi essere infeudato nel 1496 a Roderigo D’Avalos la cui famiglia la tenne poi fino al 1798. I D’Avalos nobile famiglia spagnola vi trasferirono il fasto della corte iberica e costruirono uno splendido palazzo: il palazzo D’avalos (distrutto dai turchi nel 1566 e poi ricostruito in stile rinascimentale). La città per la sua bellezza venne chiamata l’Atene degli Abruzzi. Il 29 marzo 1710 Carlo III d'Austria, con suo diploma concede a Vasto il privilegio del titolo di "Città". La rivoluzione francese, i moti e l’instaurazione della monarchia napoleonica ebbero notevole influsso sulla vita della città e Vasto fu la prima città d'Abruzzo che, il 4 settembre 1860, dichiarò decaduto il Regno Borbonico innalzando il Tricolore di Garibaldi e di Vittorio Emanuele. Nel 1938, in epoca fascista, Vasto venne ribattezzata ufficialmente Istonio, con un chiaro riferimento al suo antico nome latino, Histonium, e mantenne tale denominazione fino all'autunno del 1944. Il nome odierno deriva, dall'epoca longobarda, da Guasto d'Aimone. Guasto a sua volta deriva da gastaldato (un abbozzo di provincia odierna). Guasto si è poi modificato nel tempo e nei documenti catastali e comunali in Uasto e poi in Vasto.